Vai al contenuto
Home » Formazione finanziaria » Algoritmico vs. discrezionale

Algoritmico vs. discrezionale

Trading algoritmico vs. Trading discrezionale

Facciamo chiarezza su di un argomento molto sentito grazie anche ad alcune recenti pubblicità: da una parte il trading algoritmico, quello che “ti fa guadagnare apparentemente senza far nulla“, dall’altra parte il trading discrezionale, quello “mosso da empatia e regole non rigide“… mmm, forse non è così !!!

Il trading algoritmico è il trading effettuato mediante software.

Il trading algoritmico si basa su dati statistici ricavati da lunghi back test. Si creano delle regole condizionali e si mettono ad operare in modo automatico. Proprio per sua natura si basa sulla statistica, quindi sui grandi numeri. Basti pensare al lancio della monetina: su 1.000.000 di lanci otterremo circa il 50% testa e il 50% croce, ma se la lanciassimo solo 6 volte il risultato sarebbe 3 e 3? Possibile, ma non probabile. Stessa cosa per il trading. Sempre per ragioni statistiche, la sua efficienza migliora se ad operare ci sono batterie di decine e decine di software con logiche diverse, su timeframe diversi e su asset diversi.

Size ridotte, rischio spalmato, statistica a favore, nessun problema emotivo e molto tempo libero. Il retro della medaglia è che proprio a causa delle size ridotte anche il guadagno è ridotto e in termini percentuali sì può affermare che sia piuttosto scarso. Inoltre molte operazioni in contemporanea richiedono margine disponibile, quindi elevato capitale versato (vedi l’articolo sull’uso della leva).

In conclusione: servono capitali importanti (almeno 50-100.000 €) e una batteria di software attivi per poter pensare di vivere di trading. Tuttavia con queste disponibilità si potrà iniziare subito a lavorare.


Il trading discrezionale viene eseguito manualmente in base agli studi e alle conoscenze del trader.

Ogni trader neofita ha avuto Murphy come migliore amico (quello della legge sì). Fare trading “a mana” è uno tra i lavori più difficili al mondo. Controparte sono gli operatori istituzionali che in quanto a conoscenze e capitali possono mangiarci in un sol boccone.

Anzitutto chiariamo il concetto che trading discrezionale non vuol dire trading a caso. Ci sono comunque delle regole, generalmente molto rigide, ma non vengono messe in atto con il paraocchi come farebbe un software. In quanto esseri umani, siamo in grado di filtrare le nostre regole con un’infinità di altri fattori non codificabili con un algoritmo. Eventi geopolitici, macroeconomici, correlazioni, orari, dichiarazioni improvvise… Il trader professionista discrezionale è in grado di avere una visione a 360 gradi, sempre.

Bene, in questo caso si può affermare con certezza che il profitto in termini percentuali riferite al capitale versato è mostruosamente più elevato, proprio perché siamo in grado di eseguire solo le operazioni “migliori” e lo faremo con size più elevate. ATTENZIONE: mi riferisco alle capacità dei trader professionisti. Servono inoltre capitali inferiori poiché non è concepibile poter seguire 50 o 100 operazioni in contemporanea.

In conclusione: servono tempi molto più lunghi per apprendere le giuste tecniche. Servono capitali molto inferiori per ottenere un pari risultato. Non tutti possono diventare trader professionisti perché l’aspetto emotivo è molto forte e logorante.


Quindi non dite più che è meglio l’uno o l’altro… o che l’altro non funziona:

  • 1° REGOLA: se sei profittevole, sei bravo PUNTO. Qualsiasi cosa tu stia facendo.
  • 2° REGOLA: ognuno deve trovare la propria zona di confort con le possibilità che la vita gli ha offerto.
  • 3° REGOLA: fai quello che ritieni più adatto a te, non farti influenzare e non giudicare gli altri.

Buon trading a tutti!